La filosofia di Matrix
Riprendendo concetti e citazioni puramente filosofici, Matrix supera l'ormai arcaica idea secondo la quale non sia possibile andare al di là della propria mente, offrendo una visione innegabilmente più suggestiva, ovvero la supposizione per cui si possa invece andare oltre il cervello stesso, cosa che sarebbe stata tuttavia alquanto difficile da ipotizzare in passato, seppur intravista da Cartesio, considerate le carenti sapienze tecnico-scientifiche di cui si disponeva dell'epoca. Al giorno d'oggi, usufruendo di tali conoscenze, è espressamente possibile giungere a una simile prospettiva, essendo chiaramente consapevoli di essere costituiti da un corpo e da una mente in grado di riprodurre quanto capta del mondo circostante tramite i diversi organi sensoriali sotto forma di immagini e sensazioni. Focalizzandosi sulla visione di tali immagini, il film sottolinea la netta distinzione esistente tra il concetto di realtà (o verità) e realtà fittizia (o menzogna), cioè il pensiero e l'illusione che si crea da essa ed è perpetuata dagli stessi uomini nella convinzione che quest'ultima corrisponda all'effettiva, concreta e tangibile verità. Essendo il risultato di una moltitudine di influenze e citazioni filosofiche, il film riprende in particolate alcuni pensieri di Platone e opera uno specifico riferimento al suo cosiddetto "mito della caverna".
I due protagonisti principali, nonché personaggi più rilevanti delle vicende, Neo e Morfeo (o Morpheus), si distinguono oltretutto per il proprio nome, offrendo, dunque, uno spunto aggiuntivo per giungere, a seguito della visione, ad una conclusione logica e razionale: difatti, "Neo" vuol dire "nuovo", mentre invece "Morpheus" è strettamente correlato alla figura appartenente alla mitologia greca del dio del sonno e dei sogni, portandone il medesimo nome. Che cos'è quindi già possibile dedurre dalla sola conoscenza di essi? Neo, prigioniero in una caverna, in un mondo interamente costruito su illusioni, finzioni, presunzioni e falsità che abbagliano gli uomini, incandandoli inesorabilmente oppure portandoli, come nel suo caso, alla convinzione di sé stessi che essa non possa che coincidere con la verità, svela un giorno il profondo segreto celato dietro a tale "caverna": gli uomini non sono esseri liberi, bensì sono schiavi delle macchine di loro stessa creazione. Essendo infatti giunti a un progresso tecnologico così avanzato, tanto da oltrepassare i limiti della mente umana, gli individui inziarono a subirne inconsapevolmente le graduali influenze fino ad arrivare a uno sadio d'immersione e ipnosi totale (o quasi).
<< È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più. >>
Optando per la pillola rossa, Neo intraprende un complesso viaggio di sofferenza, apprensione, comprensione ed infine accettazione della cruda realtà che pervade il mondo. Accingersi a un arduo cammino è tuttavia già il primo passo che l'uomo deve compiere per la realizzazione di grandi imprese e la raggiunta di ciò che è la piena fiducia, consapevolezza e conoscenza di sé stesso.
Commenti
Posta un commento