Platone

 

LA DELUSIONE POLITICA

Paltone fu uno dei massimi pensatori di tutti i tempi che permise l'elaborazione della maggior parte dei temi, concetti e del lessico della filosofia. Egli nacque in una delle famiglie più importanti di Atene ed era dunque già destinato all'impegno politico-amministrativo.
La sua cosiddetta "delusione politica" deriva dal fatto che le sue ambizioni in tale settore si spensero in via delle ingiustizie e della corruzione che ebbe modo di osservare nel corso dei vari governi della sua città, ovvero prima il governo dei Trenta tiranni a seguito della sconfitta di Atene nella Guerra del Peloponneso, e successivamente la restaurata, ma pur sempre ingiusta democrazia. Ciò he più lo colpì fu in particolare la condanna a morte di Socrate da parte del tribunale di Atene nel 399 a.C., in quanto quest'ultimo raffigurava nei suoi occhi un modello capace di orientare la società vero il bene ed infondere speranza negli uomini in assenza di certezze.
Nella sua prospettiva, il concetto di ingiustizia è la conseguenza della scissione tra politica e saggezza, poiché le città sono elette da persone che non sono in grado di guardare al dì là della realtà ed ignorano il vero bene, pertanto non sarebbe possibile che esse vengano amministrate in base ai principi della giustizia. Con i sofisti iniziarono inoltre a diffondersi presso le società idee tendenti al relativismo e allo scetticismo, le quali affermano l'inesistenza di una verità o morale assoluta e i giovani vengono educati a utilizzare la parola per far inizialmente valere i propri pensieri ed interessi egoistici, per poi abbandonare la "retta via", ossia quella che avrebbe consentito loro il riconoscimento dei valori e i principi universali stabili e immutabili per il benessere collettivo. Per tale ragione, Platone asserisce che una riforma esistenziale e politica debba essere applicata alla filosofia, perché essa è idonea a stabilire nuove e solide certezze intellettuali su cui costruire man mano un modello rinnovato di società ordinata e giusta.

L'ACCADEMIA


Platone istituì così l'Accademia, una scuola fondata nel 287 a.C. nel parco dedicato all'eroe greco Accademo, in cui si radunavano allievi e insegnanti, per dar vita al suo progetto di riforma spirituale dell'uomo. A partire dal 387 a.C. le sue attività intellettuali e umane si focalizzarono all'interno della scuola: quest'ultima costituiva difatti un centro di ricerca scientifica originale e incomparabile con le nostre istituzioni, essendo dedicato al culto delle Muse ed essendo anche un importante luogo di studi dotato da biblioteche e materiali didattici e scientifici per le ricerche. Platone vi teneva le sue lezioni e sviluppava dibattiti ampi e approfonditi dell'argomento. Si potrebbe dunque affermare che l'Accademia si trattava di un grande istituto educazionale superiore con lo scopo di istruire gli uomini che si rivelarono degni di orientare le scelte politiche, e di educare i giovani all'etica e politica per far fronte alla crisi democratica e al declino delle virtù civiche tradizionali.
L'Accademia fu attiva per più di novecento anni e fu chiusa dall'Imperatore Giustiniano nel 529 d.C..

IL DIALOGO


Per Platone l'essenza della filosofia coincide con il modello socratico dell'indagine condivisa, di conseguenza le sue opere hanno frequentemente una forma dialogica al fine di esprimere l'idea della verità in qualità di ricerca incessante e interpersonale anziché di concetti prestabiliti e definitivi. Come Socrate, anch'egli sostiene che non sia indispensabile che gli uomini si pongano continui interrogativi, giacché la scienza può essere acquisita solamente per mezzo di un'interrogazione onesta e rigorosa per giungere alla felicità.
I dialoghi platonici risultano sostanzialmente nell'espressione delle opinioni di ognuno, che, conversando, fanno domande e forniscono risposte per dotare altri individui di punti di vista differenti relativi a un tema comune. Le vere prospettive si esaminano pertanto alla luce della ragione filosofica per giungere a concordare una definizione. L'obbiettivo era quello di raggiungere una conoscenza autentica esponendo attentamente e non superficialmente le proprie idee, linguaggio e punto di vista con argomentazioni. Lo scambio verbale aveva tre caratteristiche principali:
  • in contrasto con il vasto e indistinto uditorio dei sofisti, gli interlocutori dei dialoghi platonici devono solitamente essere persone ben identificate in un determinato numero;
  • l'aspirazione dei dialoghi era la ricerca della verità perseguita con metodo e rigore razionale, allontanandosi da quella che era la confutazione della tesi avversaria operata da parte dei sofisti;
  • la procedura espositiva doveva essere breve e caratterizzata da domande e risposte rapide ma pur sempre persuasive.






Commenti

Post popolari in questo blog

Compito: Verifica delle conoscenze - I sofisti e Socrate

Compito: Verifica delle conoscenze - Platone

La cosmologia e il fondamento delle leggi